08 Feb IL CONCETTO DEL TERMINE “NUOVO”
Molti addetti ai lavori (mi riferisco al nostro di lavoro, hi-fi e music store) dichiarano di avere un approccio “nuovo” con l’alta fedeltà oppure con l’evoluzione della musica.
Si tende a definire “nuovo” un amplificatore perché prodotto di recente, nuovo, un diffusore presentato all’ultima fiera di settore, ultimo nato dalla casa produttrice, nuovo, un disco uscito durante l’ultima settimana, nuovo, un videoproiettore identificato con il codice successivo a quello del semestre precedente.
Nuovo: dal latino “novus” che si contrappone a vecchio. Che appartiene ad un passato recente oppure ad un prossimo futuro. Come sostantivo maschile, il contenuto oppure il risultato di esperienze che si affrontano per la prima volta.
Amplificatori progettati con schemi nuovi ed ingegnerizzati in maniera innovativa, non si intravedono. Diffusori che impiegano materiali inediti non pervenuti. Giradischi (fatto salvo il mag-lev) con trazione differente oppure telai innovativi, nulla. Nel mese di settembre del 2018 viene pubblicato l’ultimo disco di Jeff Tweedy che acquisto, mi sembrava di sentire un discreto seguace dei soliti Beatles.
Non possiamo, definire nuovo il Dac, le sorgenti liquide, il digitale. Trattasi di tecnologia allo stato puro. Un tempo avrebbero definito questi prodotti come un “futuro prossimo”. Futuro, prossimo…cosa, chi?
Il dac ha rappresentato la naturale evoluzione dei tempi, l’ampli con dac a bordo (che in alcuni casi apprezzo moltissimo, perché grande sostenitore della catena audio corta) una variante sul tema principale. Il kevlar, il nastro, il berillio, l’acciaio nel cabinet dei diffusori, tecnologie già studiate, conosciute, vendute, digerite.
Mi piacerebbe, al di là dei materiali impiegati, “sentire” “cose” veramente nuove.
Un modo diverso di approcciarsi all’ascolto, un disco che esprima sonorità SINCERAMENTE nuove. Capisco, che suonare un sound acquisito, sia più facile ed agevola le vendite. Disegnare un diffusore “ruffiano” un amplificatore con grossi muscoli e poco cuore oppure tanto cuore e pochi muscoli significa, camminare sul velluto della vendita. La geometria ed i materiali dei cavi sono note, ma i cavi che mettono la catena nella condizione di suonare come è stata pensata, sono rari.
Le sonorità nuove sono quelle dei Lambchop, di John Grant, Sebastien Tellier (non entro nel merito del gusto, ovvio). Gli ampli nuovi, Linn, Le Son audio Ls002, Viola audio lab, Nagra HD-amp, Yamaha serie 5000, Technics serie reference class. I diffusori, Bayz, Avantgarde zero1 xd, Lipinski, Atc ed altri.
Immagino, l’audiofilo medio che mi legge imbronciato e perplesso (coppola è impazzito) yamaha, technics, siamo nel consumer (basterebbe documentarsi e studiare…) Appunto, non hanno inventato niente di nuovo, la costruzione di questi ultimi due (solo per citare gli ultimi) è molto simile a quella di un blasonato Accuphase anch’esso abbastanza “nuovo”, per quanto mi riguarda.
E’ nuovo il modo di riprodurre, NON il prodotto oppure i materiali innovativi, eccellenti ma non NUOVI.
Mi riferisco al groove, al sound (non si possono tradurre diversamente) al sentiment che certe macchine (come quelle menzionate) sono in grado di GENERARE nell’audiofilo.
Basta, con il solito mezzo emozionale. Maturiamo tutti, addetti ai lavori ed audiofili. Consumatori seriali di musica e VERI intenditori. Facciamo un serio esame di coscienza. Siamo disposti a cedere, vendere, scambiare il nostro impianto (quello delle piccole, minute, puerili, ahimè, misere certezze) con qualcosa che faccia NUOVAMENTE brillare le nostre orecchie?
Che risvegli l’emozione del NON consueto, della MERAVIGLIA!!
Perché ciò accada, è necessario lasciarsi andare, non temere l’errore, non temere di dover ammettere per settanta volte sette: “ho sbagliato vorrei tornare indietro” fino a quando si trova finalmente la quadra, e dopo tanto navigare si possa urlare; terra. Quando, quello che stiamo ascoltando ci restituisce nuovamente la musica NON il suono della catena, l’entusiasmo ed il desiderio di tornare ad ascoltare live, tornare al cinema ed al teatro.
Parlare nuovamente delle fresche emozioni che la performance artistica, audio, video, audio-video che sia, ci ha RESTITUITO.
L’emozione quella che conta, non arriva e non può arrivare per il design, il dato tecnico, la qualità della costruzione, i materiali (tutte parti salienti) della catena oppure del prodotto artistico ma, per quello che esprimono.
Un audiofilo navigato, un conoscitore di musica (che possegga una collezione seria) possono e DOVREBBERO cercare nuova linfa emotiva perché no, anche attraverso un nuovo amore per l’estetica dei prodotti (meno convenzionale) oppure i materiali e gli abbinamenti inediti.
Ma a farla da padrone dovrebbe essere il trip che la catena regala, ma un trip DIVERSO non il solito trip che sembra bello perché entrato nei neuroni buoni. Un viaggio in emozioni sconosciute, quelle che spaventano. Dobbiamo mettere in discussione le nostre certezze, fatte di Mark Levinson, Threshold, Pass Lab (ci metto le mie) Jeff Rowland, McIntosh, Audio Research, Burmester, B&W, Triangle, Tannoy, Sonus Faber, Spendor, Beatles, Rolling Stones, Pink Floyd, Sonny Rollins, Pat Metheny.
La storia (lo dichiaro in maniera inequivocabile!!) rappresenta la nostra memoria. Provo, profonda GRATITUDINE nei confrondi dei maestri,dei docenti, degli amici che hanno partecipato alla mia crescita. Provo, immensa ammirazione per le intuizioni ed il lavoro di John Bowers, Nelson Pass (un mio mito) James B.Lansing, Andrew Jones, Stewart Tyler, John Lennon, Mick Jagger, David Gilmour. Sono grato a questi GIGANTI del suono e della musica, grazie a loro possiamo analizzare il nostro presente.
Credo però, che un figlio (le idee,i pensieri) grato a suo padre, debba prima o poi spiccare il volo con le proprie ali. Così come, la conoscenza che determina la cultura ACQUISITA, si debba transformare in cultura propria, del soggetto.
E’ difficile ma indispensabile, se si vuole navigare e progredire nel mare del sound come in qualsiasi altro mare. Non può essere altrimenti, in tempi come i nostri, che rappresentano la “tempesta perfetta” se vogliamo che i nostri figli portino la pelle a casa!
Good listening!!!!