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INTIMO ASCOLTO

INTIMO ASCOLTO

 

Intimo (agg. e sost. maschile) dal latino, intĭmus “che si trova nella parte più profonda”.

 

Ascoltare (verbo transitivo) dal latino, auscultare – non a caso, in questa forma, viene utilizzato in ambito medico – “udire attentamente qualcuno, prestare attenzione a qualcosa”.

 

Ho riflettuto solo oggi, sul fatto, che NON posto notizie inerente la nostra attività (dei miei collaboratori e mia) sui canali social di Miele & Musica, ne pubblico articoli sul sito ufficiale.

 

Sono stato OBNUBILATO dal covid19. La mente, ha impiegato circa un mese per TORNARE alla quotidianità “quasi ORDINARIA”.

In maniera NATURALE ho IMPIEGATO il tempo in una costante introspezione per addivenire ad una conclusione. Negli anni, alcuni interlocutori incontrati per lavoro, mi hanno percepito: arrogante, saccente, troppo pieno del mio sapere in materia di acustica. Mi sono chiesto: “dove ho sbagliato?” Non occorre chiamare in causa la teoria del Lombroso oppure analizzare il carattere delle persone ed il mio. Una volta, mio padre, che partecipava quale spettatore ad una mia trattativa commerciale con un cliente audiofilo, mi disse: ”dici troppo, comunichi la padronanza che possiedi della materia in una modalità che allontana”. Credo, avesse ragione. Da lui, ho ereditato l’arte della mediazione molto meno quella d’impresa lui, era un fuoriclasse. Mi sembra già di sentire mia madre, “i miei figli parlano sempre del padre, mai di me”. Una madre non si sente mai sufficientemente amata, forse, perché donando la vita – l’ESISTERE – il suo essere datrice di VITA la pone in una condizione di perenne “CREDITRICE” d’amore.

 

Progettare un impianto audio per qualcuno oppure per un evento, per un edificio pubblico, per un teatro, vuole dire METTERSI IN ASCOLTO! Questo, ha molto a che fare con l’INTIMITA’. La stessa, che in questi trenta giorni ha accompagnato, scrutato, spaventato, sollevato la mia ESISTENZA.

 

Progettare per qualcuno (mi sono detto) richiede il “mettersi in ascolto” dell’altrui INDIVIDUO, per fare ciò – negli anni – avrò: caricato le mie emozioni, assunto toni perentori, parlato a lungo ed in maniera dettagliata dei diversi aspetti di questo o quel componente audio oppure video, delle diverse soluzioni, avrò fatto un mare di domande per CONOSCERE L’ALTRO.

Solo in questo modo avrei dato il meglio di me per progettare e realizzare un impianto, un sistema, oppure per dare identità ad un luogo attraverso la sua VOCE.

A volte, per mettersi in ascolto, bisogna alzare una barriera necessaria a determinare i confini, perché l’ALTRO non ci conduca nel mondo che VUOLE farsi raccontare, e non nel luogo giusto (professionalmente parlando) dove chiede (e paga) di (per) essere portato.

 

In questi giorni, mi sono messo in ascolto, ed ho SENTITO nella mente e fuori, il suono delle sirene delle ambulanze, le auto delle forze dell’ordine che hanno un’andatura percepita quale “diversa” da tutte le auto che non sono le loro, il suono della paura, che scava in un silenzio assordante che silente (non Albus purtroppo, lui; avrebbe risolto il problema) sale, sale nei meandri del cervello per poi scendere nelle profondità dello stomaco. Una profondità, prima di adesso, nota solo al Maalox oppure Gaviscon. Il primo, cantato anche da Ligabue quale pettine dello stomaco. L’incertezza del domani, non intesa, quale paura per un futuro sociale, lavorativo, finanziario ed economico (questa è una sensazione oramai nota a tutti nell’epoca dello “SMART” e di sua maestà, precarietà) mi riferisco, alla inedita sensazione della FRAGILITA’ del VIVERE.

 

Certo, per un cristiano VERO il problema non si pone, non aspetta altro. Apocalisse 1/16 i redenti (il suo popolo) saranno raccolti intorno a Cristo sul monte Sion nel numero di 144.000 (pochini) a seguito del giudizio saranno chiamati a cantare un nuovo cantico. Questo evidenzierebbe la loro regale appartenenza, il passaporto per giungere alla Gerusalemme celeste ed avere la VITA ETERNA.

 

Non sono pronto!! Il covid, mi ha parlato a tu per tu dicendomi: “non sei un cristiano fervente”. Altra batosta!! Ho sentito la paura dell’ignoto. Un VERO cristiano BRAMA di tornare CON CRISTO, IN CRISTO! Questo maledetto virus trasparente come la Donna Invisibile, e veloce come Flash Gordon, pare non voglia darci tregua.

Il suono “stonato come una campana” dei cori dai balconi, oppure intonato come quello di alcuni musicisti via web, il suono dei camion dell’immondizia che, viaggiando (almeno nella mia zona) di giorno e non di notte come abitualmente accade, non viene quasi percepito. Il suono della notte più PESANTE e più LEGGERO del solito. Pesante per i mostri della paura, leggero perché sembra l’unico momento redentore della giornata; finalmente dormo. Il suono “monofrequenza” dei telegiornali e dei programmi di approfondimento (tutti parlano del virus) a volte, condotti da chi non ha la minima cognizione scientifica, però prova a dare un contributo di leggerezza, altre da chi sostiene tutto ed il contrario di tutto. Non possiamo giudicare NESSUNO mi dico, forse, hanno tutti le proprie paure del caso.

Il suono silenzioso del condominio, rotto fortunatamente dalla voce dei bambini più piccoli, che regalano aria fresca alla VITA.

Il suono incessante delle notifiche wapp (il social non ha mai registrato un traffico simile dal giorno della sua apparizione sul pianeta) fatto di notizie, fake, passaparola, giornali in formato elettronico per ingannare il tempo, video di ottusi che minacciano la polizia perché pretendono di voler uscire di casa, di amici (veri, altra importante riflessione) che si preoccupano per te, di nuove ordinanze e nuove autocertificazioni.

 

In tutto questo, ho cercato il mio suono fatto di pensieri, di SPERANZA, di ipotesi programmatiche per il “DOPO”. Mi sono detto, ci sarà e dovrà esserci, un dopo fatto di suono e di suoni.

 

Confesso, ho sentito in me, il suono della voragine prossima alla città di Gerusalemme. Sono stato traghettato da un Caronte catodico, ed accompagnato NON da Virgilio, ma dal coro (di voci bianche) di Canterbury che cantava l’AVE MARIA di Fabrizio, sempre più in basso. Sono sceso fino all’ottavo, per prendere fissa dimora nel terzo cerchio, mio di diritto. Ho sentito il suono di una voce greve che mi chiedeva: “ma dimmi chi tu se’ che ‘n si dolente loco se’ messo, e hai si fatta pena che, s’altra è maggio, nulla è si spiacente”. Ho sentito il suono della mia coscienza, e soprattutto il fardello dell’etica di Nicomaco che bussava alla mia porta per chiedere: “se dovessi dipartir oggi, soddisfatto te ne andresti?” Questo, il suono della coscienza che mi scaraventava nel peggiore dei cerchi, il primo, dove solo Diogene sarebbe stato in grado di sopravvivere!

Il giorno seguente, ho elencato dentro di me le cose ben fatte, gli errori, le ansie inutili, uno per tutti; L’ORGOGLIO. Lui, fotte anche il cristiano quale nemico principe e primordiale. Mi sono messo in ascolto (il mestiere a cui ho dedicato la vita e che forse potrei anche lasciare perché i legami troppo forti, rischiano di diventar malati) ed ho SENTITO l’aria della SPERANZA nell’opera lirica che è la VITA.

 

Ho caricato nel mio lettore Vimak il cd (amatissimo) del trio diretto da Jacques Loussier, “trio Loussier play bach” ed ho optato per l’indulgenza accettevole della mia esistenza.  Mi sono detto: “andrà tutto bene!”

Good Listening!!

 

 

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Nello Coppola
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Miele&Musica Sound Consulting opera nel settore audio/video dal 1989, avvalendosi di un team in grado di offrire ai propri clienti consulenza in acustica applicata ed ambientale per la realizzazione di progetti per l’edilizia pubblica e privata. Passione per l’arte del “sentire”, che si traduce in esperienza trentennale in un settore caratterizzato da una costante trasformazione ed evoluzione. Fino al 2013 il nostro core business è stato rappresentato dalla progettazione e realizzazione di sistemi audio ed audio video customizzati, sistemi domotici ad elevato contenuto tecnologico e sistemi di ottimizzazione acustica in residenze private e locali aperti al pubblico. Abbiamo curato l’acustica del Teatro Carlo Felice di Genova e del Teatro degli Arcimboldi di Milano, realizzato sistemi per l’intrattenimento e l’automazione di strutture commerciali, fornito la nostra esperienza in campo audio per la realizzazione di mostre ed eventi, abbiamo curato l’hi-tech design e l’acustica di cantine vinicole e resort di lusso, come Feudi di San Gregorio e Borgo Egnazia. Inizialmente il nostro logo rappresentava una struttura a nido d’ape, ispirati dalla laboriosità di questi insetti, dalla forma perfetta dell’alveare, dalla capacità di immagazzinare miele e polline; come le api abbiamo lavorato giorno dopo giorno, impiegando diverse competenze di alto profilo, al fine di raggiungere i risultati migliori. Oggi il nostro logo rappresenta un’onda sinusoidale stilizzata, perché è giunto il tempo di ricominciare a studiare e ritrovare nuovi stimoli. Abbiamo voglia di creare un contatto diretto con audiofili esperti e dilettanti, con musicisti e semplici strimpellatori, video maker e youtuber. Pensiamo che il glossario in campo audio sia cambiato, così come le regole del sound recording. Si è evoluto il modo di fruire la musica, si sono trasformate le regole della post produzione discografica, la tecnologia ha spostato i confini e ridisegnato i canoni della riproduzione audio/video. Anche noi desideriamo cambiare, condividendo le nostre idee con voi intenditori al fine di trovare nuove strade.