20 Apr CARTA STAMPATA
L’importanza della carta stampata.
Nell’era del “dominio digitale”, parlare di carta stampata può sembrare ANACRONISTICO. Non sono in grado di rispondere. Esprimo serenamente opinioni legate a doppio filo al mondo dell’acustica applicata ed ambientale, analizzare la carta stampata rientra in un campo non strettamente mio.
In questo articolo, intendo semplicemente riportare la mia esperienza diretta.
Gli studi accademici, hanno rappresentato per me, la base della conoscenza, i pilastri sui quali poggiare la competenza professionale.
La passione, quella che brucia, il cosiddetto “fuoco del sapere” che alberga nella SANA curiosità, quella che non si esaurisce, è stata appagata già in età preadolescenziale grazie alla carta stampata.
Debbo moltissimo alle riviste di settore, che mia hanno fornito la strada maestra da intraprendere per poter realizzare un sogno. Le riviste di settore ed in età adulta anche quelle extra settore ma “collaterali”, hanno SICURAMENTE soddisfatto la mia sete iniziale e migliorato la conoscenza accademica nel tempo.
La differenza, tra stampata e digitale, credo alberghi nella qualità dell’informazione ed anche nella modalità di fruire la stessa che pone il lettore in uno stato “ALTRO”.
Mi spiego, la stampa digitale è immediata, comoda, leggera, in una sola parola SMART. In molti casi è anche approssimativa, priva di fondamenta, scarsa di analisi scientifica (basti pensare alla scientificità delle prove di laboratorio, non effettuabili in assenza di quest’ultimo). L’approccio del lettore digitale, come per l’ascolto della musica da piattaforma streaming è spesso –non sempre- bulimico dunque; non meticoloso.
L’interesse per la carta stampata parte dall’iter nell’acquisto, la ricerca dell’edicola giusta-quando la rivista è seriamente specialistica è reperibile presso un numero ridotto di esercizi- in molti casi anche l’edicola diventa “familiare”.
La stampata, garantisce la competenza di buona parte dei giornalisti che farciscono le sue pagine, e pone il lettore in uno stato di attenzione definita e determinata. Le prove di laboratorio in alcuni casi, sono indispensabili al fine di comprendere appieno un prodotto, in altri casi, completano la conoscenza di questi. Ho consultato molte riviste on-line senza provare la stessa soddisfazione -non SOLO tattile, badate bene- che provo dopo aver letto riviste del calibro di: Audioreview–Suono–The Absolute Sound–Hifi News & Records–Audiophile Sound–Fedeltà del Suono.
Anche le immagini, sono perfettamente in linea con il testo, molto tecniche, esplosi e schemi non mancano, perché il fotografo della stampata è un professionista che conosce il settore di cui fotografa.
La grande opportunità che risiede in un numero di telefono da poter chiamare, oppure un indirizzo mail dal quale ricevere sicuramente una risposta, se inviata una richiesta di informazioni. Il giusto approccio multidisciplinare all’interno di uno stesso settore: apparecchi audio/video, musica, tecnologia,strumenti musicali.
Nella digitale la competenza è spesso monotematica, quasi maniacale. Se da un lato quest’aspetto GARANTISCE un’eccellente informazione sul dato tecnico, d’altro canto offre un punto di vista non aperto, a tratti fazioso.
La stampata ci restituisce il senso “dell’UMANO”, l’idea che oltre il foglio ci si metta in ascolto di un-altro da noi, “uno” alimentato dalla stessa passione che scrive ANCHE per campare ma soprattutto per VIVERE. Spesso i giornalisti –anche quelli blasonati- che scrivono su riviste specializzate dette di settore, non guadagnano cifre tali da giustificare il percorrere una direzione ostinata e contraria (per citare Faber).
Dietro le digitali, spesso si celano dei mestieranti che poco hanno a che fare con il fuoco della passione di cui sopra. Queste riviste, sono spesso legate a siti e forum che indirizzano il lettore verso l’acquisto di un prodotto sponsorizzato, ma questa, è un’altra storia (Ferragni insegna).
Dunque, LUNGA VITA alla carta stampata, al sentimento che muove Matarazzo, Corciulo, Bassanelli, Kessler,Gader, solo per citarne alcuni (non me ne vogliano gli altri). Sono in disappunto con i lettori che in certi casi mi hanno lamentato una certa faziosità dei giornalisti della carta stampata, poco mi interesse, credo che in ognuno, si annidi una mitigata “faziosità” verso un amplificatore rispetto ad un altro simile oppure verso un brand di diffusori, antipatico a prescindere. Certo è, che trattasi di “sentiment” non PURO INTERESSE.
Lunga vita alla stampata. Dio salvi la stampa!!!
Good listening.