06 Feb A TEMPO PERSO
Nel vocabolario della lingua italiana si legge
Competente: aggettivo e sostantivo maschile e femminile. Chi possiede la piena capacità di orientarsi in un determinato campo; abile, capace, esperto. Un critico d’arte molto c.; non essere c. in materia; essere c. in fisica nucleare; una persona c. di antiquariato.
Appassionato: aggettivo. Che esprime passione amorosa; ardente, infuocato. Che rivela una profonda partecipazione emotiva; accalorato, veemente. Dettato da impulsi e passioni, quindi non sereno, incontrollato (contrapposto a spassionato e obiettivo). Quest’ultimo importantissimo!!!!
Accademico: aggettivo. Pertinente o relativo a un’accademia. Nelle arti figurative, che segue pedantescamente le forme e le norme tradizionali. Universitario,che concerne l’insegnamento universitario.
“Addetto” ai lavori: aggettivo e sostantivo maschile. Destinato, assegnato a un determinato compito o ufficio. Persona inquadrata in un ambiente di lavoro. Addetti ai lavori, persone che hanno competenza in un dato campo.
La scorsa settimana, ho ricevuto una telefonata nella quale, un’amica mi chiedeva il permesso per comunicare il mio recapito ad una persona che necessitava di consulenza al fine di settare un impianto hi-fi. Al termine della telefonata-in cui ovviamente davo il mio consenso- ricevevo un messaggio wapp in cui mi rassicurava, comunicandomi di aver specificato che il recapito fornito si riferiva ad un professionista che si occupa di audio “per lavoro”.
Mi sono interrogato a lungo sul perché mai, fosse necessario dover spiegare che il mio eventuale intervento DOVESSE essere RETRIBUITO.
Nell’inconscio dell’italiano medio, andrebbero retribuite -ESCLUSIVAMENTE- le prestazioni erogate al fine di risolvere una malattia, un procedimento civile (in alcuni casi) oppure penale (sempre, il carcere spaventa di più) oppure l’acquisto di un oggetto, la prestazione dell’artigiano (idraulico, falegname, ciabattino). Nel caso della consulenza, ricevuta al fine di godere “meglio” di una propria passione oppure per risolvere un problema che potremmo definire “non vitale” questa spesso, viene scambiata con “il parere dell’amico”.
Diceva il saggio: “un consiglio NON pagato è un consiglio NON seguito”. Per parafrasare Peppino De Filippo: “ho detto tutto”. Ho lavorato in altri paesi europei ed oltreoceano, solo nel nostro paese le figure professionali e NON, si sovrappongono. Occorre un parere nella scelta di un componente hi-fi, il progetto per sonorizzare una stanza, il progetto necessario ad insonorizzare un ambiente di lavoro oppure una dimora, consulenza per la scelta del cavo giusto necessario a cablare l’impianto. La frase spesso utilizzata è: “a tempo perso, mi daresti un parere”? Mi chiedo, con il tempo perso, cosa s’intenderà? Forse… GRATIS.
Il tempo, la vera discriminate!! Per Kant, lo spazio e il tempo assoluti divengono le forme a priori di ogni esperienza possibile, e il carattere irreversibile della successione temporale degli eventi viene connesso alla relazione, anch’essa irreversibile, tra causa ed effetto. Il tempo, dedicato dall’accademico allo studio di una disciplina, è differente – per quantità e qualità – dal tempo dedicato dall’addetto ai lavori e da quello del competente oppure dell’appassionato.
In questa differenza, si affaccia il concetto di costo-consulenza. Quando il parere viene richiesto ad un addetto ai lavori è giusto porsi nella condizione mentale di dover riconoscere un ONORARIO.
Questi, deve anche mettere colui che eroga il servizio, nella condizione di RESPONSABILITA’ in proporzione all’importanza della richiesta.
Solo concludendo un contratto – scritto o verbale – le posizioni possono essere valide ed identificate.
Colui che richiede deve essere cosciente del valore di quanto chiede, nonché della posizione precisa che occupa l’interlocutore ed attendersi una risposta in linea con questo. Colui che eroga, deve sentire la responsabilità della risposta; in questo senso di responsabilità alloggia la richiesta del “PREZZO”. Il prezzo sarà tanto più elevato, quanto più la responsabilità implicherà un eventuale DANNO.
Il richiedente dunque, NON deve e non può confondere le posizioni e deve sentire come “NATURALE” riconoscere il VALORE della responsabilità.
Ci riferiamo al professionismo, non prendiamo affatto in considerazione la posizione dell’affabulatore.
Spero di non essere frainteso. Non voglio dire che non si debba essere GENEROSI ma, è giusto ricevere un giusto compenso per le prestazioni erogate anche rispetto a quelle materie (come quella di cui discutiamo) non convenzionali.
Solo nel nostro paese ed in buona parte dell’area del mediterraneo, l’appassionato viene – e si ritiene – scambiato per un professionista addetto ai lavori, in questo campo ed in altri. Questa commistione di “genere” rende difficile l’orientamento all’acquisto e spesso i rapporti interpersonali.
L’audiofilo, vive –GIUSTAMENTE– la passione per l’alta fedeltà quale passatempo ludico. Moltissimi definiscono gli apparecchi audio-video, quali “giocattoli per adulti”. Perfetto, una sola controindicazione, quando gli stessi si confrontano con un addetto ai lavori oppure un accademico al fine di ricevere un consiglio indispensabile alla risoluzione di un problema, e chiedono un parere necessario al fine di procedere all’acquisto giusto per la catena posseduta, è normale che mettano in conto la corresponsione di un corrispettivo in denaro.
In Italia, chi svolge il “mestiere” dell’alta fedeltà (leggi: ingegnere del suono-ingegnere elettronico specializzato in elettroacustica-commerciante con esercizio regolarmente aperto al pubblico-picccolo inprenditore nella costruzione di prodotti audio-video) ha grosse difficoltà nel ricevere il corrispettivo di una consulenza professionale scindendola dalla vendita dell’oggetto destinato alla riproduzione audio-video. E’ come se, la conclusione di un contratto per l’acquisto del prodotto autorizzasse l’audiofilo a pretendere “a vita” consulenza gratuita per l’oggetto in questione e per altri a venire. Acquisti, effettuati o non nel medesimo posto.
Cosa assai diversa la richiesta di un progetto detto “esecutivo” destinato a sonorizzare un ambiente industriale o residenziale, insonorizzare un ambiente di lavoro oppure progettare un sistema di automazione, progettare un teatro od un auditorium, in casi simili, mi sembra assolutamente superfluo NON aspettarsi fraintendimenti!! La stesura di un progetto richiede alcune fasi che non lasciano scampo, il progetto, da preliminare passa a definitivo ed infine esecutivo. Prima di avviare le diverse fasi è INDISPENSABILE stipulare un contratto in cui viene determinato il modo ed i tempi di realizzo nonché l’importo dei corrispettivi e la modalità della corresponsione.
Good listening!!!!