MIELE & MUSICA SOUND CONSULTING

DI NELLO COPPOLA

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Vedi pochi fiumi che nascono da grandi SORGENTI: moltissimi si ingrossano raccogliendo acque.

Vedi pochi fiumi che nascono da grandi SORGENTI: moltissimi si ingrossano raccogliendo acque.

Siamo giunti all’ultimo capitolo della rubrica:”come fare la scelta giusta” nella costruzione della catena hi-fi classica (amplificazione-sorgente digitale ed analogica-diffusori). In seguito, tratteremo il cablaggio.

In merito alla “catena corta” le cose cambiano. La corta che si rispetti, si compone di due apparecchi. Il secondo, rappresentato dal giradischi.

La sorgente che fino al 1980 era rappresentata dal giradischi (il principe indiscusso) il sintonizzatore AM/FM, il registratore a cassette, (raramente dal registratore a nastro, il mitico Revox B77 od altri) diventa dal 1982 in avanti (data della commercializzazione del compact che nasce dall’ intuizione di Sony e Philips) (Sony CDP 101, mai joint venture più azzeccata) appannaggio del cd. Ottimizzato e messo in produzione da aziende “consumer”, aziende hi-end ed artigiani dell’audio di qualità. Verso la fine degli anni ’90 coloro che amavano la radio l’ascoltavano via decoder (collegato all’ampli o pre) per godere di una qualità superiore. Il registratore a cassette è man mano andato in disuso fino a sparire.

 

Ricordo con entusiasmo macchine di grande prestigio quali: Vimak DT 800, Wadia 850, Forsell air reference combo, fino allo splendido (per me) Denon DCD SA-1. Durante il decennio ‘90/2000 hanno ricevuto grandissimo consenso l’accoppiata meccanica di trasporto e convertitore, come per l’amplificazione molti, si divertivano ad accoppiare prodotti non compatibili. A differenza dell’amplificazione, in molti casi, le aziende che producevano eccellenti meccaniche di trasporto, producevano dac non equivalenti e viceversa. Ho sempre preferito un lettore mono telaio di altissima qualità, rispetto ad un’accoppiata discutibile. Così come, ho sempre sostenuto che un diffusore a due vie ben progettato, costruito ed ottimizzato, suonasse meglio di un tre vie con un filtro passivo progettato male.

I lettori cd, sono stati osannati, criticati, ricercati, modificati. Pochi si soffermano sui reali limiti dell’oggetto. Limiti di natura intrinseca (leggi fisici) quali il jitter e le imprecisioni del clock che in alcuni casi hanno determinato un risultato finale in sede d’ascolto poco soddisfacente. Sono un fermo sostenitore del lettore cd, della fisicità dell’oggetto musicale il quale, EMETTE dati alfanumerici che si trasformano in musica (nella nostra testa è esso stesso, come per il vinile, contenitore di musica allo stato solido). Immaginiamo l’ologramma della band, dell’orchestra, del cantante, che prende vita quando inserito nel lettore. Grande fantasia l’audiophilo, quello col PH.

Non posso però non apprezzare la liquida, l’alta risoluzione-sconosciuta al cd- la possibilità di apprezzare l’incisione in formato MASTER allo stato puro. Non mi dilungo perché ho già dedicato un articolo alla musica liquida.  Il DAC !

Con l’avvento del III millennio, è ricomparso un fortissimo interesse verso il vinile ed alcuni nostalgici del “mi devo inventare una teoria” hanno riscoperto la bobina innalzandola a sorgente di riferimento assoluto; così non è, per una serie di motivazioni che non riporto perché di scarso interesse.

Altro discorso, richiede il giradischi oppure la radio-non sottovalutiamo il mezzo- che definisco sorgenti tecnicamente e concettualmente (la radio) analogiche. La radio viene ascoltata in streaming, podcast. Pero, l’approccio all’ascolto resta di tipo “lento” nel caso di programmi tematici relativi ad alcuni generi (leggi jazz e musica classica) e non in mobile (leggi movimento, sport, auto, etc).

Il Giradischi sta vivendo un’ulteriore giovinezza- non parlerei di seconda come fanno molti- ma di un tempo ciclico che per brevi periodi si prende una pausa.

Il giradischi rappresenta il “vero” principe, colui che c’è sempre anche quando sembra dormiente.

Ricordo-solo per citarne alcuni-Thorens TD 125 con braccio SME, TD 160, Concrete (poco capito) Micro seiki BL111, MB15, e SX 8000, Michell Transcriptor e Gyrodec, Forsell Air reference,Sme 30/2,Vpi Scoutmaster ed Aries.  Transrotor Avorio 25/60,Linn sondek Lp12 (il principe del flottante) fino a giungere allo splendido Mag-Lev audio ML1 (oggetto tecnologico e dal design eccellente).

 

Lui, il gira vinile, non tramonta mai. Tra le sorgenti, rappresenta l’anello più complesso. Il suono del giradischi è influenzato, determinato, dall’anatomia che lo rappresenta –telaio rigido o flottante- dal braccio di lettura, dalla testina (MM-MC) dal cablaggio del braccio, dal cavo di segnale, dalle “pagliuzze” utilizzate per accoppiare la testina, dal clamp utilizzato per serrare il vinile, dal piano di appoggio (più di ogni altro anello della catena) dall’alimentazione.

Anche in questo caso, la scuola di pensiero di appartenenza, è determinante. Ho ascoltato spesso, apparecchi inseriti in contesti assolutamente sbagliati. Pochi giorni or sono, confrontandomi con Gennaro (un carissimo amico audiofilo) ho ricordato a me stesso ed a lui che il famosissimo (per i dj) Technics SL 1200 -macchina dal motore infallibile- concettualmente (leggi filosoficamente) è un giradischi più vicino alle macchine USA che Japan. I giradischi nipponici nel dna, sono altri.

Dunque prima di acquistare, il solito consiglio: ascoltare, ascoltare, ascoltare!!

 

In merito alla scelta della sorgente giusta per il proprio sistema d’ascolto, è necessario, rivolgersi ad un addetto ai lavori.  Se, l’amplificatore può risultare la scelta giusta grazie al fato, per la sorgente ciò non può accadere. Con questa affermazione NON voglio sostenere che la sorgente sia l’anello più difficile (gli articoli precedenti evidenziano la complessità di ogni anello della catena) ma quello che in assoluto, non lascia spazio al fato.

Il suono del sistema resta il suono del “tutto”. Vorrei che passasse questo concetto: il suono dell’orchestra filarmonica di Vienna, di Berlino, è il suono dell’orchestra, non di un singolo elemento. Uno strumentista (elemento) che suona fuori tempo o non conosce la partitura, si manifesta immediatamente all’orecchio esperto. Non di meno, accade per un sistema assemblato male oppure settato senza cura.

Good listening!!!

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Nello Coppola
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Miele&Musica Sound Consulting opera nel settore audio/video dal 1989, avvalendosi di un team in grado di offrire ai propri clienti consulenza in acustica applicata ed ambientale per la realizzazione di progetti per l’edilizia pubblica e privata. Passione per l’arte del “sentire”, che si traduce in esperienza trentennale in un settore caratterizzato da una costante trasformazione ed evoluzione. Fino al 2013 il nostro core business è stato rappresentato dalla progettazione e realizzazione di sistemi audio ed audio video customizzati, sistemi domotici ad elevato contenuto tecnologico e sistemi di ottimizzazione acustica in residenze private e locali aperti al pubblico. Abbiamo curato l’acustica del Teatro Carlo Felice di Genova e del Teatro degli Arcimboldi di Milano, realizzato sistemi per l’intrattenimento e l’automazione di strutture commerciali, fornito la nostra esperienza in campo audio per la realizzazione di mostre ed eventi, abbiamo curato l’hi-tech design e l’acustica di cantine vinicole e resort di lusso, come Feudi di San Gregorio e Borgo Egnazia. Inizialmente il nostro logo rappresentava una struttura a nido d’ape, ispirati dalla laboriosità di questi insetti, dalla forma perfetta dell’alveare, dalla capacità di immagazzinare miele e polline; come le api abbiamo lavorato giorno dopo giorno, impiegando diverse competenze di alto profilo, al fine di raggiungere i risultati migliori. Oggi il nostro logo rappresenta un’onda sinusoidale stilizzata, perché è giunto il tempo di ricominciare a studiare e ritrovare nuovi stimoli. Abbiamo voglia di creare un contatto diretto con audiofili esperti e dilettanti, con musicisti e semplici strimpellatori, video maker e youtuber. Pensiamo che il glossario in campo audio sia cambiato, così come le regole del sound recording. Si è evoluto il modo di fruire la musica, si sono trasformate le regole della post produzione discografica, la tecnologia ha spostato i confini e ridisegnato i canoni della riproduzione audio/video. Anche noi desideriamo cambiare, condividendo le nostre idee con voi intenditori al fine di trovare nuove strade.