04 Gen AMPLIFICATORE: COME FARE LA SCELTA GIUSTA
Amplificatore: come fare la scelta giusta.
Nei “favolosi” anni settanta l’integrato otteneva il meritato rispetto anche se, la scelta ricadeva spesso su Marantz 1090, Luxman L30, Pioneer SA 706, Nad 90, Sansui AU 7500, prodotti eccellenti e perfettamente suonanti per l’epoca, la tecnologia del tempo, l’approccio all’ascolto e le tecniche d’incisione discografica.
Nel vocabolario della lingua italiana si legge:
dispositivo atto a ingrandire, secondo un rapporto prestabilito, il valore di una grandezza fisica: a. elettrici; a. sonori; a. meccanici; a. ottici.
L’apparecchiatura che consente di aumentare l’intensità di un segnale elettroacustico.
Dunque, dobbiamo sempre ricordare che trattasi di apparecchio che “amplifica” ciò che nasce con dimensione, intensità; DIVERSA. (Meditiamo)
Non mi soffermo sulla mia affermazione come spesso faccio, per lasciare a chi legge, lo stimolo alla riflessione e se opportuno all’approfondimento (sono a disposizione).
Amplificatori a transistor (detti a stato solido) ed amplificatori che funzionano grazie al lavoro delle valvole termoioniche (romantiche, quando diventano incandescenti)
Classe di lavoro: A pura oppure A/B, fino all’inizio dei duemila le uniche, prese in considerazione dall’audiofilo medio. La classe A che si rispetti, richiede dimensioni importanti per essere tale. Oggettivamente SUPERIORE secondo il dato elettronico intrinseco però, non funziona bene con tutto. Grazie alla classe A il segnale viene amplificato nella sua totalità, al 100%. Come sempre, la scelta deve essere oculata e fatta caso per caso. La classe A/B è inferiore sulla carta ma, più facile da accoppiare, in questo caso, viene amplificata più della metà del segnale d’ingresso ma non la totalità.
Circa la valvola le cose, si complicano. Saper accoppiare è cosa molto complessa. Spesso, l’audiofilo decide per l’una o l’altra perché mosso dal “solito” consiglio oppure dall’estetica, spessissimo a seguito di una recensione che descrive perfettamente le caratteristiche intrinseche e soniche del prodotto ma, non i risultati –sul campo- con diffusori diversi.
I duemila hanno spinto la cosiddetta classe fredda: D/T [altro non è che un classe D con ridotta distorsione(?)].
Il “famoso” T-Amp (sonic impact) amplificatore in auge ad inizio 2005 (ricordo recensioni strappa capelli ingiustificate, per fortuna avendoli persi,non ho potuto) sopravvalutato. Definito “amazza giganti”, da noti giornalisti dell’epoca. Facciamo i bravi…siamo seri!!
Oggi, l’ampli ha il DAC on board, caratteristica molto interessante per lo sviluppo di quella che definisco la “catena corta” di cui, parleremo in seguito. Un esempio per tutti; Mark Levinson 585.5 a prescindere dal mio giudizio circa le qualità soniche della macchina, trattasi di amplificatore completo ed in linea con le tendenze attuali. Quattro ingressi analogici, sei digitali, dac Precision link Pcm 32bit/192kHz e DSD, scheda RIAA (MM ed MC). Un modo possibile, per sposare “vecchio” e nuovo.
Ho sempre dichiarato una passione sfrenata per gli integrati. L’accoppiata pre + finale è per me uno “strumento” di lavoro. Mi spiego, ritengo INDISPENSABILE l’accoppiata per pilotare carichi difficili, complessi, per sonorizzare stanze di dimensione importante. In questi casi la mia passione è per l’amplificazione dual mono oppure mono blocco, uno per ogni diffusore.
Audia Flight FL 50-Threshold SA3.9 (stereo ma Stasis, possiamo rinunciare al dual mono) Jeff Rowland Model 9-Threshod SA 12-Accuphase M 6200-Jadis JA 100-Burmester 159-Pass XS 300 (superlativo assoluto).
Negli anni ottanta, abbiamo assistito alla scuola di pensiero (fai da te) secondo la quale preamplificatore ed amplificatore finale di potenza sempre e comunque, a prescindere dalla necessaria valutazione tecnica.
Luxman, Adcom, Yamaha, Rotel per citarne alcuni. Nel mondo hi-end (tra gli ’80 ed i ’90) i marchi che funzionavano meglio erano altri, Threshold, Jeff Rowland, Accuphase, Mc. Intosh, AM audio per giungere più avanti a Musical Fidelity, Mark Levinson etc. Per le valvole, Jadis, Audio Note, Conrad Johnson, Audio Research, Vtl.
Sovente, la scelta avveniva a prescindere dalle caratteristiche del diffusore che avrebbe sposato l’ampli in questione. La coppia pre e finale veniva scelta in relazione alla potenza, all’estetica (è giusto che conti, l’occhio vuole la sua parte) all’equilibrio tra i due oggetti (l’esperto di turno, spesso disaccoppiava prodotti appartenenti allo stesso brand per proporre matrimoni a dir poco discutibili) (l’azienda forse, prima di accoppiare avrà studiato????)
In alcuni casi, era giustissimo disaccoppiare i due prodotti ma la scelta di accoppiare un pre appartenente ad un brand con un finale di una casa diversa, richiede grande conoscenza in ingegneria elettronica, esperienza d’ascolto, un pizzico di matematica. Quando poi,si accoppiavano pre a valvole con finali a transistor (grande sfida e splendido esercizio) si assisteva alla scena finale del teatro greco. Non ho parole per ciò che ho visto ed ascoltato.
Rispetto al transistor, ricordo con grande nostalgia l’integrato Kelvin lab integrated -del quale mi liberai erroneamente- ASR Emitter 1, Sugden A21 -se non ricordo male- il primo integrato in classe A pura al mondo, che alla fine dei ’60 rappresentò una rivoluzione-non mi offendo se smentito- finali Albarry M100a, Mas Metaxas Iraklis, Gryphon Diablo 300, Denon PMA SA1.
Per le valvole, integrato Jadis DA 50 S, Copland CTA 401, EAR Y (Tim de p.) Pre 912, Manley Retro 100, Leben CS 300 e 600, Convergent SL1 Legend (il nome è appropriato).
Integrato oppure coppia pre-finale che sia, veniamo a noi:
- Verificare la potenza dell’amplificatore, fare attenzione alla differenza tra watt Din e Rms.
- Verificare l’impedenza nominale dell’ampli nonché l’efficienza in relazione alla sensibilità dichiarata del diffusore da accoppiare.
- Posizionare l’amplificatore in maniera equidistante dai diffusori. La lunghezza del cavo di potenza deve essere equivalente per entrambi i canali.
- Verificare l’appartenenza ad una scuola di progettazione rispetto a quella del diffusore che sposerà.
- Verificare la posizione dei morsetti posteriori per l’alloggiamento dei cavi e scegliere il cavo di potenza, facendo bene attenzione che oltre le caratteristiche elettrolitiche è necessario un comodo e sicuro serraggio.
- ASCOLTARE, ascoltare ed ascoltare. Fidarsi delle proprie orecchie prima di passare all’acquisto. Via web è impossibile!!!!!!!
- RCA oppure XLR la scelta non è banale, verificare che l’intera catena sia coerente. Evitare di utilizzare nella stessa catena, connessioni bilanciate e sbilanciate. Non credete a chi sostiene la promiscuità delle connessioni.
- La potenza della ampli, deve essere commisurata alla difficoltà del carico, nonché alla sua sensibilità, alle dimensioni della stanza, all’altezza della stessa. Sembra facile. Se qualcuno dovesse affermare che il dato tecnico-fisico riguarda i soli apparecchi, non la stanza, fatemi chiamare!
- Accertatevi che intorno all’ampli circoli molta aria. Evitate di incassare in mobili angusti. Esistono ampli adatti ad essere incassati per specifiche esigenze. Non incassare mai un pura classe A.